Febbraio 13, 2019 Novità Nessun commento

La collaborazione Civit-Fem produce buoni frutti. Dopo il successo della serie Iasma Eco, per il vivaismo viticolo trentino inizia l’avventura dei vitigni resistenti a peronospora, oidio e black-rot.

Una grossa novità sul fronte delle varietà resistenti arriva dal Trentino. Con la vendemmia 2018 sono stati infatti completati i dossier per l’iscrizione di 6 varietà frutto della collaborazione Civit-Fem. “I risultati sono molto incoraggianti”, testimonia Lorenzo Gretter, responsabile tecnico di Civit. “In particolare, le nuove varietà manifestano un potenziale enologico notevole e hanno dimostrato, oltre alla resistenza a oidio e peronospora, anche una buona tolleranza a Black-rot (Guignardia bidwellii), ma soprattutto, per le varietà a bacca rossa, i vini ottenuti hanno bassissimi contenuti di malvidin-diglucoside (limite di legge 15 mg/L)”. Un valore che consente di soddisfare le esigenze anche delle Regioni più selettive nelle autorizzazioni. “I vini ottenuti – continua Gretter – sono già stati presentati con ottimi riscontri nelle degustazioni fatte nel corso dell’anno”.

Civit diffonde innovazione

Ad Avit il consorzio dei vivaisti viticoli trentini, che riunisce gli 11 soci che rappresentano la quasi totalità del settore in provincia di Trento, il delicato compito della loro moltiplicazione (ne abbiamo parlato su VVQ 8/2017). Sei anni fa Avit ha costituito assieme alla Fondazione Edmund Mach (Fem) Civit, Consorzio Innovazione Vite, che ha come obiettivo il trasferimento nei vigneti delle innovazioni frutto della ricerca di San Michele all’Adige. “La collaborazione – ricorda Enrico Giovannini, presidente di Avit e Civit – è stata fin da subito proficua e basata su obiettivi condivisi. Tra cui quello di intraprendere un percorso prudente che ci permettesse di proporre l’innovazione garantendo contestualmente un elevato livello qualitativo della produzione enologica”. La collaborazione si è basata sulla capacità di Avit di fornire garanzie sia per l’aspetto sanitario che della corrispondenza genetica del materiale di moltiplicazione. FEM è costitutore di alcuni dei migliori cloni di Pinot grigio, Pinot nero e Chardonnay, oltre alle principali varietà tipiche della viticoltura trentina: Terodego, Müller thurgau, Traminer etc. “Lo scorso anno – ricorda Gretter – sono stati registrati 4 cloni di Marzemino sviluppati con la collaborazione di Cavit e sono in fase di omologazione nuovi cloni di Müller Thurgau e Moscato giallo”.

Breeding classico e con brio

Dalla fine degli anni Ottanta Fem ha iniziato un programma di breeding orientato su due strategie:

  • miglioramento qualitativo con incroci di breeding classico di (vinifera X vinifera);
  • introduzione di caratteri di resistenza e tolleranza con incroci di varietà di vinifera con varietà resistenti.

Un percorso condiviso con i vivaisti, convinti sostenitori della necessità d’innovazione. In particolare, le tematiche di carattere socio-ambientali legate alla forzata convivenza in molte aree tra la produzione viticola e l’attività civile hanno accelerato l’esigenza di proporre delle varietà resistenti alle principali patologie della vite. I prototipi di nuove varietà hanno subito in questi anni serie e rigorose prove sia dal punto di vista agronomico che enologico. I primi risultati della ricerca sono stati ottenuti con la registrazione di 4 varietà ottenute da incroci di varietà di V. vinifera:

  • IASMA ECO 1e 2, varietà a bacca rossa ottenute dall’incrocio di Lagrein per Teroldego;
  • IASMA ECO 3 e 4, varietà a bacca bianca ottenute da incrocio di Moscato Ottonel per Malvasia di Candia. Varietà selezionate per il loro valore enologico e per l’elevata tolleranza al marciume, soprattutto le due a bacca rossa, caratteristiche ideali per le vendemmie tardive o gli appassimenti.

“IASMA ECO 1 – spiega Gretter – è la varietà che sta incontrando maggior successo. Lo scorso anno sono state prodotte circa 50mila barbatelle destinate ad aziende della provincia di Trento e del Veronese. Lo scorso anno è stata iscritta al registro delle varietà ammesse della regione Lombardia e in primavera sono state messe qui a dimora le prime barbatelle”.

 

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